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Wadada Leo Smith, Amina Claudine Myers: Central Park's Mosaics of Reservoir, Lake, Paths and Gardens

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Wadada Leo Smith, Amina Claudine Myers: Central Park's Mosaics of Reservoir, Lake, Paths and Gardens
Amina Claudine Myers e Wadada Leo Smith sono stati protagonisti fin dalle prime mosse del fermento artistico che ha preso il nome di Association for the Advancement of Creative Musicians, a Chicago nel 1965 per iniziativa di Muhal Richard Abrams, Malachi Favors, Fred Anderson e altri artisti più giovani, che cercavano nuove strade, mescolando in modo inedito improvvisazione e scrittura, musica e spinta sociale. Ma non avevano mai registrato in duo, anche se proprio tale formula è stata alla base di tante esplorazioni dei musicisti di quell'area.

In particolare, Wadada Leo Smith ha scandagliato le potenzialità dell'incontro a due in una moltitudine di incisioni, tra le quali spicca il recente cofanetto The Emerald Duets, con i batteristi Andrew Cyrille, Han Bennink, Jack DeJohnette, Pheeroan AkLaff.

Questa registrazione arriva come una sorta di miracolo, quando ambedue i musicisti hanno compiuto ottantadue anni. Due esperienze rilevanti avevano avuto modo di incontrarsi e confrontarsi tante volte, ma giungono solo ora a questa tappa, che vista a posteriori si può definire fatale, inevitabile. Sebbene non così scontata, appunto. Come tutti i musicisti scaturiti da quel ribollire chicagoano, i due hanno costruito i propri universi in modo del tutto personale: scandagliando, sedimentando le esperienze più disparate e assemblandole secondo la propria indole personale. Cancellando e ridisegnando, secondo una logica di rispetto e di superamento della tradizione. Percorsi non necessariamente rivolti alla convergenza reciproca, anzi, spesso volti a disegnare universi lontani, seppure con matrici simili.

Amina Claudine Myers è partita dal gospel appreso nel proprio villaggio dell'Arkansas; attenta ai suoni e ai rumori rurali che la circondavano, ma soprattutto attratta dalle funzioni religiose della Chiesa Battista, dai fenomeni di coinvolgimento ai quali la musica dava luogo. Poi il suo percorso di pianista e organista è stato arricchito dal blues, dalla musica classica, dal trasferimento a Chicago e dalla conoscenza del batterista Gerald Donovan, alias Ajaramu, che la avvicinò all'AACM e alla scoperta dello scioccante John Coltrane di Ascension.

Il gospel è rimasto parte essenziale del corredo di Amina ed emerge anche nel caso di questo CD dal titolo eloquente: Central Park's Mosaics of Reservoir, Lake, Paths, and Gardens. È presente in dettagli sottili, innerva certe inflessioni e certi impasti armonici. Allo stesso modo, Wadada si libra nel proprio spazio, in cui la luminosa, introspettiva pennellata sonora diventa pulsante attraverso frulli leggeri, variazioni microscopiche, vibrati impercettibili. Il legame tra i due è stretto, affonda le radici in quelle esperienze degli anni Sessanta, in quella molteplicità senza costrizioni, ma ben sorvegliata nelle proprie costruzioni. Si conoscono bene, e questo viene trasmesso dalla rilassata familiarità. Conoscono il suono dei reciproci passi nell'escursione che li porta in un mosaico di bacini idrici, sentieri e giardini di Central Park.

I sette brani che si sviluppano nel breve lasso di trentasei minuti non tracciano certo riferimenti diretti con gli spazi e gli ambienti nominati. Tendono piuttosto a creare stati d'animo, relazioni e reazioni che vanno viste nella loro essenza musicale, emotiva e intellettiva. Anche se la stessa Amina, in un'intervista a George Lewis del 2006, affermava di voler "cercare di dipingere immagini, di renderle visive." Ma sarebbe davvero fare un torto a questa musica, e alla musica in generale, se si volesse delimitarne l'ascolto a un mero meccanismo di immaginazione. È preferibile, a nostro modesto avviso, prendere a modello la felice definizione di Paul Valéry a proposito della danza, che vale bene anche nei confronti della musica: "L'istante genera la forma, e la forma genera l'istante."

Nel rapporto intenso, fecondo, incantato di istante e forma sta la bellezza di questa musica, che si chiude con due momenti di massima empatia tra i musicisti: un omaggio ad Albert Ayler, sorta di elegia screziata di blues, e uno a John Lennon, senza esporre la melodia di "Imagine," pur presente nel titolo del brano finale.

Album della settimana.

Track Listing

Conservatory Gardens; Jacqueline Kennedy Onassis Reservoir; Central Park at Sunset; When Was; The Harlem Meer; Albert Ayler, A Meditation in Light; Imagine, a Mosaic for John Lennon.

Personnel

Additional Instrumentation

Amina Claudine Myers: Hammond B3.

Album information

Title: Central Park's Mosaics of Reservoir, Lake, Paths and Gardens | Year Released: 2024 | Record Label: Red Hook Records


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